Boeri mette nel mirino i pensionati all’estero

"Paghiamo 1 miliardo di pensioni all'estero, ma hanno versato contributi per pochi anni". E' la denuncia fatta dal presidente dell'Inps Boeri.

Pensionati all'estero“Nel 2017, con il provvedimento sulle quattordicesime si è ampliata in modo considerevole la platea tra i residenti all’estero, con un’impennata del 131% dei beneficiari”. Lo ha detto Tito Boeri, presidente dell’Inps, al Comitato permanente sugli italiani nel mondo alla Camera.

La spesa della quattordicesima per le persone all’estero è più che raddoppiata, passando da 15 a 36 milioni di euro. Guardando alla mappa per Paese di chi riceve la quattordicesima, il maggior numero è presente in Europa(39,6%) in America meridionale(36,1%) e in America settentrionale(12,6%). Le pensioni pagate all’estero dall’Inps nel 2016, in 160 Paesi, sono state oltre 373 mila per un valore poco superiore a un miliardo di euro. Boeri ha aggiunto: “Più di un terzo delle pensioni pagate a giugno 2017 hanno periodi di contribuzione in Italia inferiori a 3 anni, il 70% inferiore a 6, l’83% a 10 anni. Le somme pagate dall’Italia invece che dal Paese in cui si pagano le tasse è un’anomalia”.


Le pensioni pagate all’estero costituiscono un’uscita per lo Stato italiano e che non rientra nel circuito economico del nostro paese sotto forma di consumi. Boeri ha detto: “C’è l’anomalia del fatto che eroghiamo delle prestazioni assistenziali, tipicamente concesse sulla base del principio di residenza, a persone che risiedono all’estero quando non c’è una soluzione di reciprocità: per esempio all’interno della UE queste prestazioni assistenziali non vengono erogate”. A contribuire alla sfascio dell’Inps ci penseranno anche gli immigrati con un contratto regolare. Al compimento del 66° anno di età possono percepire la pensione anche se non sono maturati i previsti requisiti(dunque, anche se hanno meno di 20 anni di contribuzione) e se rimpatriano. E meno male che i migranti dovevano pagarci la pensione.

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